“Le rinegoziazioni porteranno ad un notevole risparmio”

Museo della Marineria. La Sezione a Terra del Museo della Marineria propone al visitatore un ampio e suggestivo percorso dedicato alla marineria tradizionale dell’alto e medio Adriatico. Attorno al trabaccolo e al bragozzo, due grandi imbarcazioni collocate al centro del padiglione, si snoda un percorso di visita tra reperti, filmati d’epoca, installazioni didattiche e animazioni 3D, che illustrano la struttura e la costruzione delle barche tradizionali e i loro sistemi di propulsione e governo. Nella Sezione Galleggiante del Museo, unica nel suo genere, sono ormeggiate dieci imbarcazioni tradizionali con le loro coloratissime “vele al terzo” contrassegnate dai simboli delle famiglie dei pescatori.

Antiquarium comunale. Nel palazzo adiacente al Museo della Marineria, questo piccolo ma interessante museo storico-archeologico “racconta” la vita quotidiana del territorio al tempo degli antichi romani. Sono qui esposti diversi reperti archeologici ritrovati nell’entroterra di Cesenatico, comprese le due pregevoli statue frammentarie di Dedalo e Icaro.

Il grattacielo. Costruito nel 1958, l'edificio di 33 piani è stato per lungo tempo il grattacielo più alto d’Europa, con i suoi 115 metri di altezza.

Le attività economiche. Con 334 esercizi alberghieri e 130 stabilimenti balneari, l’attività economica principale della città è rappresentata indubbiamente dal turismo. Un’attività più tradizionale, ma non meno importante, è la pesca, come testimoniano la numerosa flotta peschereccia locale (circa 100 imbarcazioni), e la presenza di un mercato ittico fra i più importanti dell’Adriatico.

La tradizione Questa città conserva viva anche la memoria di tradizioni legate al mare e alla storia: è ancora ben presente l’episodio del 2 agosto 1849, quando Giuseppe Garibaldi con Anita, e altri patrioti, si imbarcò da qui, su alcune barche da pesca, nel tentativo di raggiungere Venezia. L’evento viene ricordato ogni anno, il primo week-end di agosto, dalla Festa di Garibaldi, con il Palio della Cuccagna in notturna sulle acque del porto canale, e la sfilata dei garibaldini con deposizione di corone d’alloro ed escursione in mare. Il Santo Patrono di Cesenatico è San Giacomo, che si festeggia il 25 luglio. Altre importanti manifestazioni tradizionali sono Il “Presepe della Marineria”, dai primi di dicembre al 6 gennaio, un presepe suggestivo ed unico nel suo genere, con le statue collocate direttamente sulle antiche barche del Museo della Marineria; in autunno la sagra gastronomica “Il pesce fa festa”, un intero week-end dedicato al prodotto principe della cucina locale, ovvero il pesce azzurro; la “Nove Colli”, nel mese di maggio, la gran fondo cicloturistica con il maggior numero di iscritti in Europa (quest’anno per la prima volta saranno 12.000) che è giunta alla 40^ edizione.

Personaggi. Oltre allo scrittore e poeta Marino Moretti, citato in precedenza, Cesenatico ha dato i natali anche a diversi personaggi sportivi e atleti di rilevanza internazionale: Giorgio Ghezzi, il celebre “kamikaze”, portiere di Inter, Milan e della Nazionale negli anni ’50 e ’60; Azeglio Vicini, commissario tecnico prima dell’Under 21 e poi della Nazionale maggiore ai Mondiali di Italia ’90; Alberto Zaccheroni, allenatore del Milan Campione d’Italia nel 1998/1999; Marco Pantani, l’indimenticato “Pirata”, vincitore di Giro d’ Italia e Tour de France nel 1998, uno dei più grandi scalatori della storia del ciclismo moderno.

Porto Canale Leonardesco

Il porto canale, attorno al quale si snoda il centro storico di Cesenatico, può essere considerato senz’altro il principale monumento cittadino. Scavato all’inizio del sec. XIV, fu oggetto delle attenzioni di Leonardo da Vinci nel 1502, che ne fece un rilievo e un piccolo disegno conservati in un suo manoscritto. Le banchine del porto sono la vera “piazza” della città, sule quali si svolge ancora la gran parte della vita sociale cittadina insieme alle passeggiate dei turisti, e qui sono ancora ormeggiate le barche dei pescatori che ritmano le giornate con le loro uscite in mare.

Torre Malatestiana

All’ingresso di Cesenatico, all’interrno di un nuovo parco cittadino, sorge il basamento dell’antica torre medievale - denominata malatestiana ma risalente ai primi anni del Trecento - che fu eretta a difesa del porto alla sua fondazione. La torre fu l’elemento visivo principale di Cesenatico per oltre sei secoli, ed ebbe tempo di venire immortalata in moltissime cartoline, prima di essere distrutta dalle truppe tedesche in fuga nell’ottobre 1944.

Monumento a Giuseppe Garibaldi

Il monumento a Garibaldi, opera di Tullo Golfarelli e inaugurato nel 1885, è uno dei primi (se non forse il primo) dedicato in Italia al Generale. Testimonia il fortissimo legame tra Cesenatico e il mito garibaldino, che ebbe anche una fortissima funzione identitaria per la comunità appena divenuta autonoma all’interno del nuovo stato italiano.

Colonne veneziane

Ad una delle estremità di quello che un tempo era chiamato il “ponte di piazza”, sorgono due colonne in granito rosa, di probabile fattura orientale, che restano quale unica testimonianza della brevissima dominazione veneziana nei primissimi anni del Cinquecento.

Piazza delle Conserve

Nella Piazza delle Conserve sono state recuperate le “conserve”, costruzioni a forma di cono rovesciato immerso nel terreno, che servivano un tempo da "ghiacciaie” per conservare il pesce e trarne del ghiaccio: un vero e proprio monumento popolare al lavoro che si svolgeva a terra parallelamente a quello dei pescatori.

Itinerario attraverso Cesenatico

Per godere completamente la qualità e la bellezza di questo territorio proponiamo un itinerario attraverso Cesenatico partendo dalla Pineta di Zadina, che si estende per 3,5 ettari a ridosso della spiaggia, dopo il quale incontriamo il grande Parco di Ponente, con un’estensione di 13 ettari quasi completamente alberati. Proseguendo sul litorale, si arriva sino al molo, alla radice del quale si apre la grande Piazza Spose dei Marinai, affacciata sul mare, dove un gruppo di bronzo raffigura una madre che insieme ai bambini guarda l'orizzonte per scorgere la barca del marito. Girando attorno alla darsena turistica, raggiungiamo il Mercato Ittico all’ingrosso, dove al ritorno dalla pesca si intrecciano frenetiche contrattazioni. Siamo ormai nel Centro Storico, che si sviluppa attorno al Porto Canale Leonardesco, cuore della città. Il 6 settembre 1502 Leonardo da Vinci venne in Romagna per verificare le fortificazioni e le strutture strategiche del ducato di Cesare Borgia, e in quella occasione effettuò un disegno e un rilievo del porto di Cesenatico. Nel tratto di porto canale più interno, chiuso fra i due ponti, c'è la sezione galleggiante del Museo della Marineria, completato dalla sezione a terra che ha sede in due edifici che si affacciano sullo specchio d'acqua. Sono qui conservate imbarcazioni da pesca e da trasporto, oltre a oggetti e testimonianze della marineria tradizionale a vela dell’Adriatico; in estate le barche del museo issano le loro caratteristiche vele colorate. Nei locali adiacenti è allestito anche l’Antiquarium Comunale, che conserva reperti archeologici a testimonianza dei primi insediamenti romani nel territorio circostante a Cesenatico. A poca distanza, si può passeggiare nel Parco archeologico della Rocca, per vedere i ruderi restaurati del castello che nei primi anni del Trecento segnò l'inizio del "Porto Cesenatico". Tornando lungo il Porto Canale, dopo avere visitato la chiesa di San Giacomo (sec. XVIII, con un dipinto di Guido Cagnaccci), al centro della Piazza Pisacane sorge il monumento a Giuseppe Garibaldi, in ricordo del suo imbarco del 2 agosto 1849, e dello stretto legame tra Cesenatico e l'Eroe dei Due Mondi. Nell'angolo opposto, oltre il ponte sul canale, è visitabile Casa Moretti, casa natale dello scrittore Marino Moretti, da lui lasciata in eredità al Comune di Cesenatico affinché vi fossero conservati, insieme all’arredo originale e alle numerose stampe, i suoi libri e le carte autografe. Dietro a Casa Moretti vi è il Teatro Comunale, uno dei più belli della Romagna. Sul lato opposto di levante del porto canale, dietro l'antica Pescheria ancora in uso, si trova la suggestiva Piazzetta delle Conserve, che deve il nome alle particolarissime costruzioni interrate risalenti al secolo XVII, vere e proprie “celle frigorifere” in cui il pesce si poteva conservare per lunghi periodi. Proseguendo lungo Corso Garibaldi (l'antica banchina del porto canale) si giunge a Piazza Ciceruacchio, dove mattoni di diverso colore disegnano il perimetro dell’antica Torre Pretoria eretta alla fine del XVI secolo a difesa del porto e distrutta da un attacco navale inglese nel 1809. Procedendo verso la spiaggia si arriva ai Giardini al Mare, attrezzati con prati, gazebo, fontane e giochi per bambini. Fra il centro cittadino e la frazione di Valverde si estende per 4 ettari il grande Parco di Levante, dove si trovano anche due laghetti con cigni reali, anatre mandarine, gallinelle d’acqua e numerose varietà di pesci; un parco giochi, un percorso vita, un centro per la ristorazione e l’organizzazione di attività ricreative completano le infrastrutture del parco.
In epoca romana buona parte del territorio su cui oggi sorge Cesenatico, era coperta dal mare. Esisteva comunque un insediamento umano di cui sono state trovate tracce rilevanti, le più significative delle quali sono state raccolte nell’ Antiquarium Comunale, il Museo archeologico cittadino. Tali tracce, confermate da fonti storiche, testimoniano la presenza nel territorio di Cesenatico, di un piccolo centro romano identificabile in periodo repubblicano (11 – 1 sec. a. C.) con le Tabernae Cossutianae e, successivamente, con l’ Ad Novas del periodo imperiale (I – IV sec. d. C.), località riportata anche dalla “Tabula Peutingeriana” sul tracciato della via consolare Popilia.

La Cesenatico attuale venne fondata nel medioevo come “Porto di Cesena” in seguito ad una bolla del Pontefice Giovanni XXII che, approvandone la costruzione, ne precisa la località: quella di un “Casaie” denominato “Tumba de S. Toma” sulla via Popilia, nella zona indicata come Ad Novas.

I cesenati ne iniziarono i lavori il 9 settembre del 1303 e li condussero rapidamente a compimento, munendo il porto di un castello che venne chiamato “Cesenatico”. Le Signorie confinanti si allarmarono per la comparsa di un porto fortificato e Bernardino da Polenta, signore di Cervia, appoggiato da Uguccione della Faggiola e da Federico da Montefeltro, conquistò il castello e fece interrare il porto. Dagli Annali Cesenati si apprende che il lavoro di sterro venne compiuto in due mesi, nel 1314, così che il porto, in seguito, venne nuovamente riaperto, ma per breve tempo. Poco dopo infatti, Ostasio da Polenta, signore di Ravenna alleato di Cecco Ordelaffi, signore di Forlì, lo distrusse. Nel 1328 porto e castello venivano ricostruiti per essere saccheggiati e distrutti nel 1360 da Manfredi di Faenza, ma nel 1371 il Cardinale Anglico annota una “Villa del Porto Cesenatico” con fortezza e 14 focolari, in territorio di Cesena.

Doveva quindi essere stata già eseguita la ricostruzione del porto e della fortificazione se l’Anglico ne parla tranquillamente e se nel 1377 il Cardinale Legato li vendette a Guido da Polenta, signore di Ravenna, per 6.000 fiorini e nel 1382 Galeotto Malatesta, divenuto Rettore di Romagna, li riacquistò sempre per la Chiesa pagandoli lo stesso prezzo.

La città nel 1500 fu occupata da Cesare Borgia che, nel marzo del 1501, vi accoglieva con grandi onori Caterina, ex regina d’Ungheria. Ecco il racconto che ne fa l’Alvisi: “Era il Duca per ritornare a Cesena (29 marzo) quando a Porto Cesenatico, per mare, giunse una gentildonna che, per due volte, aveva cinto la corona di regina d’Ungheria e che allora, povera e infelice, ritornava alla corte del fratello ad assistere ad altre miserie, alla ruina della casa d’Aragona; era Beatrice, sorella di Federico di Napoli la quale, vedova del re Mattia, pochi mesi prima era stata ripudiata dal re Ladislao suo secondo marito. Ma, in tanta sventura Cesare, onorando sempre in lei una figlia ed una moglie di re, come ne seppe l’arrivo a Cesenatico, mandò a riverirla ed a presentarle un regio dono affinché ella, passando per gli Stati di lui, ne conoscesse la gentilezza e la liberalità”.

Il periodo passato sotto la dominazione dei Borgia è molto interessante per la particolare importanza attribuita dal Duca a quel “portocanale”. Nel settembre del 1502, Leonardo Da Vinci, “architecto et ingegnere generale” del Valentino, di ritorno da Le Havre, per incarico del Borgia stesso studiò le strutture del porto di Cesenatico e, dopo averne eseguita un’attenta ricognizione, disegnò una serie di migliorie e varianti che, successivamente adottate, hanno fatto di quel porto un rifugio sicuro anche sotto il profilo strategico – militare, come fu dimostrato durante il periodo napoleonico.

Eccone la rievocazione fatta dal più noto e illustre figlio di Cesenatico, lo scrittore - poeta Marino Moretti: “Cesenatico, Scrivo il nome del mio paese il cui suono non può dir nulla agli estranei?Eppure questo nome che non diceva allora nulla a nessuno, cantò nel mio cuore. Quando ero bambino mi pareva avesse la sua magìa fin nella particolarità sdrucciolevole. E non avremmo, forse, storia e saremmo felici se non si fosse scoperto nel piccolo codice davinciano contrassegnato con la lettera L uno schizzo di Leonardo, che sarebbe come un appunto, una nota grafica, un promemoria del futuro porto di Cesenatico. Due linee curve raffiguranti un tratto di canale al quale confluisce, in corrispondenza a un estremo e dalla parte della sponda sinistra, un canale minore, poco a valle del quale?è indicato un ponte: Cesenatico infatti, è tutto qui come nel foglio vinciano che si conserva in una famosa biblioteca di Parigi. Il 6 settembre 1502 a ore 15, Leonardo fu appunto su queste rive col Valentino ed ora è come se fossimo tutti suoi figli”.

Crollato il dominio dei Borgia la città passò, per un breve periodo, sotto il dominio dei Veneziani, quindi alla Santa Sede e per oltre tre secoli non ebbe avvenimenti di rilievo, all’infuori del bombardamento navale del 1809, con cui gli inglesi distrussero la “Torre Pretoria”, volendo vendicare il fatto che un loro ufficiale era stato preso prigioniero; il governo napoleonico fece costruire in sostituzione, un fortino che andò distrutto nel 1866.

Intanto nel 1827 la città vedeva finalmente appagate le rivendicazioni di indipendenza da Cesena, per tanti anni avanzate, con il riconoscimento di Comune autonomo; e il 2 agosto 1849 rendeva possibile l’imbarco sui famosi “bragozzi”, di Giuseppe Garibaldi il quale, reduce dalla difesa di Roma e lasciato San Marino, tentava di correre in soccorso di Venezia in compagnia di Anita, Ugo Bassi e altri patrioti.

L’impatto fra Garibaldi e Cesenatico fu un incontro sconvolgente forse, ma tutt’altro che caloroso. Eppure, nel giro di pochi anni, il mito di Garibaldi assunse per Cesenatico un’importanza enorme, quasi che un avvenimento casuale, di brevissima durata, fosse stato capace di inserire il sonnolento borgo di pescatori nel corso della storia. Non a caso la commemorazione dell’avvenimento assunse una grande importanza, tale da diventare la festa della città.

Nel 1860, undici anni dopo il drammatico imbarco di Garibaldi a Cesenatico, la città passò a far parte del Regno d’Italia.

NASCITA E SVILUPPO DEL TURISMO

Cesenatico indubbiamente è nata e vissuta in simbiosi col mare. Fin dal medioevo, quando i Malatesta, signori di Cesena, decisero di creare un approdo sicuro in uno dei tanti canali di deflusso che portavano all’Adriatico le acque paludose dell’hinterland, si delinearono subito quelle che sarebbero diventate nel tempo le prerogative della futura città. Il porto assunse subito l’aspetto di un importante centro commerciale e suscitò le invidie delle città vicine che tentarono in ogni maniera di sopprimerlo.

Con il riconoscimento, da parte della scienza medica, dell’utilità terapeutica dell’aria marina e dei bagni con acqua salata, e con la fine delle incursioni dei temibili pirati barbareschi sulle spiagge, comincia a svilupparsi anche sulla costa Adriatica il turismo.

Nel 1878 viene inaugurato il primo stabilimento balneare di Cesenatico: è costruito interamente in legno, è dotato di camerini e di una piattaforma sull’acqua con servizio di bar e ristorante e la zona di spiaggia e di mare dove fare il bagno è rigorosamente divisa per sesso con paratie e funi.

Nel 1897 a Cesenatico è istituito il primo servizio di salvataggio della Riviera, garantito da “due esperti battellieri, robusti e provetti nel nuoto”.

Il passo decisivo verso la vocazione definitiva di località balneare si compie però nel 1903, quando il Comune pianifica la lottizzazione della zona alla destra del porto destinandola alla costruzione dei “villini” per la residenza dei turisti, con la concessione gratuita di aree fabbricabili.

In pochi decenni nasce e si sviluppa l’industria turistica: vengono costruiti i primi alberghi e le prime colonie, aprono nuove attività commerciali e di svago, si organizzano eventi ed iniziative di intrattenimento.

Alla vigilia del secondo conflitto mondiale, Cesenatico può così affermarsi come località turistica della Riviera Romagnola, al pari della capostipite Rimini e di Riccione.

Il vero boom della Cesenatico turistica inizia nell’ultimo dopoguerra col progressivo assurgere del turismo a fenomeno di massa.

La tranquilla e suggestiva cittadina di pescatori offre non solo i sette chilometri di litorale ricchi di sabbia finissima e di stabilimenti balneari attrezzati, ma soprattutto, l’eccellente cucina, la familiarità, l’ospitalità e la buona qualità delle strutture alberghiere.

Lo scoprire e l’apprezzare queste straordinarie prerogative da parte dei primi villeggianti, contribuisce ad attirare sulla riviera cesenaticense, intorno agli anni sessanta, un consistente numero di turisti italiani e stranieri. Oltre alla spiaggia centrale di Levante, gradualmente si sviluppano e si popolano quelle più decentrate di Villamarina, Valverde, Ponente e Zadina Pineta: si tratta di spiagge accoglienti, tranquille, sicure, dotate di strutture e servizi moderni e rispondenti alle esigenze di una clientela cosmopolita.

L’ampiezza dei viali e la ricchezza della vegetazione forniscono alla località una singolare immagine distensiva a cui contribuiscono le graziose piazzette del centro storico, l’ampia darsena con le imbarcazioni da diporto, la poetica Vena Mazzarini, corso d’acqua artificiale che contribuisce all’equilibrio idraulico del porto, le grandi distese verdi dell’immediato entroterra, ricche di alberi da frutto e solcate dai secolari canali di deflusso a cui fanno da cornice le lunghe teorie dei capanni da pesca.