Conad Montefiore, interviene Lina Amormino: “Quali sono i vantaggi per la comunità? Che ripercussioni sulla rete dei piccoli negozianti?”

CESENA – “Il progetto relativo alla Caserma – Conad Montefiore così come proposto evidenzia senza ombra di dubbio un vantaggio per la catena di distribuzione e questo rafforza in noi, che nutriamo alcuni dubbi sull’operazione, l’idea che a Cesena il ‘conadcentrismo’ sia molto forte, tanto da polarizzare enormi interessi commerciali”: così Lina Amormino che oggi è intervenuta nel corso del consiglio provinciale in merito al tema dell’investimento che Conad sarebbe disposto a mettere in campo per ampliare lo spazio commerciale del Montefiore.

L’attuale struttura è fortemente sottodimensionata rispetto ai grandi centri presenti sui territori limitrofi e basti guardare a tal proposito all’Iper di Savignano, alle Befane o al Punta di Ferro di Forlì. E’ indubbia quindi la sua limitata attrattività rispetto ai competitor che si trovano nelle strette vicinanze.

“Se il Conad investe a perdere così tanti soldi quale vantaggio economico potrà avere da questa operazione?”, sottolinea la consigliera provinciale: “Il cosiddetto ‘dare – avere’ è stato misurato? E se si da chi? Cioè chi ha stabilito che l’importo della Caserma non sia troppo piccolo rispetto al vantaggio economico dell’allargamento della catena di distribuzione?”.

Per avere una chiave di lettura significativa, Lina Amormino ritiene sia necessario, inoltre, rapportare in maniera trasparente due dati, ossia l’utilità pubblica del progetto e il vantaggio che il privato ne potrà ricavare. Solo attraverso questa analisi sarà possibile valutare il piano nel suo complesso.

“Anche alla luce di una congruità economica”, spiega ancora la consigliera provinciale, “si pone comunque il tema delle ripercussioni negative che l’ampliamento della struttura potrà portare alle piccole attività economiche, tessuto importantissimo e vitale per la città. Il rischio è quello di dare il colpo di grazia ai piccoli negozi, buona parte di questi a conduzione familiare”.

Si rende quindi, necessaria un’analisi approfondita sulla questione per evitare che il nuovo ed ampliato centro commerciale spinga altri clienti lontani dai servizi che già la città offre ai cittadini.

“Non vi è nessuna verifica di questo impatto, nessuna analisi è stata avviata”, rimarca la consigliera.

“Il consiglio provinciale è stato chiamato a licenziare un semplice indice, una semplice opera, o almeno così si sarebbe voluto. In realtà si rende quantomai necessario andare più a fondo alla questione per tutelare i piccoli imprenditori che già a fatica si devono scontrare contro la grande distribuzione organizzata. – conclude Lina Amormino – Deve essere giudicato il modello e non l’intervento urbanistico. Ci è stato chiesto di valutare come consiglieri un intervento strutturale senza tenere conto delle sue ricadute sulla comunità. È realmente questo il tema politico che si dovrebbe porre e per questo il modo con cui l’intera faccenda sta progredendo lascia ampio spazio a ombre e dubbi sempre più legittimi”.