Settantuno anni fa l’Italia fu protagonista di una svolta che ne cambiò profondamente il volto: parliamo della liberazione, un evento fondamentale per la storia del nostro Paese che ancora oggi celebriamo come simbolo della nostra identità. Per ricordare tutti quelli che, italiani e non, hanno perso la vita per dare a noi un futuro migliore, un futuro che ci chiama anche ad essere responsabili nel coltivare e custodire il bene più prezioso: la libertà di essere italiani.
Quest’anno voglio celebrare il 25 aprile non solo riscoprendo un pezzo importante della nostra storia ma manifestando senza paura il desiderio di andare controcorrente di combattere ancora per la liberazione dei più deboli, delle persone fragili, i cui diritti spesso si infrangono di fronte ad una società che si mostra più fredda e distaccata, quasi indifferente agli atti di violenza. La lotta di oggi, per cui si deve ancora combattere è anche questa: fare delle nostre città luoghi di dialogo di partecipazione dove si coltiva la legalità e si sviluppa la convivenza civile, dove le idee e le proposte danno vita ad un confronto.